
14/03/2025 - 15/03/2025
Proiezione unica ore 21
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Regia: Jacques Audiard
Interpreti: Karla Sofía Gascón - Emilia Pérez / Juan "Small Hands" Del Monte, Zoe Saldana - Rita Moro Castro, Selena Gomez - Jessi, Édgar Ramírez - Gustavo, Adriana Paz - Epifanía, Mark Ivanir - dott. Wasserman
Origine: Francia, Messico
Anno: 2024
Soggetto:
Sceneggiatura: Jacques Audiard
Fotografia: Paul Guilhaume
Musiche: Clément Ducol, Camille
Montaggio: Juliette Welfling
Produzione:
Distribuzione:
Durata: 132

Ogni personaggio di Jacques Audiard contiene moltitudini. Quando la vita – un caso fortuito, un crimine, un incidente – li costringe a sfoderare tutte le armi per sopravvivere, rivelano chi possono essere. Chi erano dal principio, lì sotto. Succede allo “Zelig” di Un héros très discret; al criminale aspirante pianista di Tutti i battiti del mio cuore; alla mite non udente di Sulle mie labbra; all’addestratrice di orche di Un sapore di ruggine e ossa; alla (finta) famiglia emigrata dallo Sri Lanka in Francia di Dheepan – Una nuova vita; in tutti questi romanzi di tardiva (de)formazione i personaggi di Audiard si scolpiscono, si affilano come coltelli (Mack the Knife suggella il finale di Il profeta), mutano. Non è da meno Emilia Pérez, che prima era il temuto boss del narcotraffico Manitas, ma rinuncia a ogni cosa pur di diventare la donna che ha sempre saputo di essere. Specularmente – ogni film di Audiard è anche un passo a due – si muove Rita Moro Castro, avvocata di talento ma sfruttata e frustrata, che sceglie di sporcarsi le mani: aiuta Manitas, un criminale, a diventare Emilia, in cambio di somme ingenti e di una nuova vita. Entrambe riscrivono se stesse, Emilia scolpendo il suo corpo di donna e cercando riscatto per i crimini commessi; Rita conquistando la carriera che sa di meritare. Un’alleanza al femminile inedita per il regista, come inedito è il potente manifesto queer che contiene: la poetica audardiana dell’adattamento evolutivo e dell’autodeterminazione si applica qui alla storia di una donna transessuale che lotta col piombo e col sangue per appropriarsi dell’identità che sente sua. Primo lavoro girato in spagnolo per Audiard, anche Emilia Pérez il film, come Emilia Pérez la donna, contiene identità diverse: è un gansgster movie, è un mélo, ma soprattutto è un musical che ai set finti e scintillanti dei classici sostituisce le strade affollate di Città del Messico o lo studio di un chirurgo, in numeri musicali dove si canta di corruzione, di vaginoplastica e, certo, anche d’amore. Ispirato a un capitolo del romanzo Écoute di Boris Razon, il film è stato sceneggiato da Audiard con la collaborazione del fedele sodale Thomas Bidegain, e poi messo in musica e parole dalla cantautrice francese Camille (già voce per i Nouvelle Vague), autrice dei brani eseguiti dalle strepitose protagoniste, tutte premiate per l’interpretazione a Cannes 2024 (ovvero Zoe Saldaña, alla sua prova migliore, Selena Gomez, Adriana Paz e Karla Sofía Gascón, prima interprete trans a vincere il riconoscimento), dove il film ha incassato anche il Premio della giuria. Cinema politico vestito Saint Laurent (Anthony Vaccarello firma i costumi e co-produce); cinema di genere (da cui preleva facce come Édgar Ramírez) che gioca senza pudore con la soap opera; musical che del musical demistifica la magia artificiosa (nel solco di La La Land, di Annette, e prima di Joker: Folie à deux), Emilia Pérez eleva a potenza sia il rapporto di Audiard col linguaggio musicale (da Tutti i battiti del mio cuore alla Katy Perry di Un sapore di ruggine e ossa) sia il suo sguardo empatico e antiretorico verso i marginali, i diversi, gli impostori per necessità.
Ilaria Feole, FilmTV